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Migliorare nel Go

Come ogni attività agonistica, anche nel Go è possibile migliorare grazie alla pratica, l'allenamento e lo studio.


La pratica è certamente la modalità più divertente (nella gamma degli aggettivi possibili rientrano anche "avvincente", "faticosa", "stressante" e perfino "rilassante"). Ma come migliorare giocando? analizzando i propri errori e le proprie sconfitte con l'aiuto di un giocatore più abile di noi o di una AI.

Una frase che viene spesso detta ai principianti è «perdi 50 partite il prima possibile», e qualcuno scherzosamente sostituisce il 50 col 100 o con il 1000! Questo perché nel Go, come nella vita, la realtà è che non si finisce mai di imparare e troveremo sempre giocatori più forti. Il bello è che come il buon vino, che migliora invecchiando nelle botti, anche il giocatore di Go, negli anni, può progredire notevolmente.


La seconda via per migliorare nel gioco del Go è allenare le proprie capacità di "lettura" (vale a dire: immaginare come potrebbero proseguire le mosse sul goban, visualizzandole davanti a sé come se fossero già state fatte). Questi esercizi di visualizzazione possono apparire pura fantascienza per i neofiti (si pensi all'iconica scena de "La regina degli scacchi", in cui la protagonista proietta con la mente, sul soffitto della propria camera, le mosse di una partita di Scacchi) ma sono un'abilità concretamente raggiungibile con la pratica di appositi esercizi, detti "tzumego". Ne esistono di vario tipo e i più comuni sono quelli di "Vita e Morte", in cui bisogna rispettivamente sopravvivere con le pietre del proprio colore, o uccidere un gruppo di pietre del colore avversario.

Un facile tzumego (dall'app TzumegoPro)

La terza via per progredire e raggiungere livelli "dan" è lo studio delle partite dei professionisti. Studiare, in questo caso significa analizzare una partita interiorizzando le motivazioni di ciascuna mossa, fino al punto che si riesce a giocare l'intera partita sul goban, procedendo "a memoria" (o meglio... "col ragionamento") mossa per mossa. Non si tratta infatti di riprodurre degli schemi imparati a memoria, ma di riprodurre le logiche che hanno portato fin lì. Anche questa sembra una dote soprannaturale, ma è di fatto molto diffusa: si noti che qualsiasi dilettante di alto livello riesce normalmente a rigiocare da zero un'intera partita appena completata, riproducendo le mosse di entrambi i giocatori (cosa comunque non banale, visto che in una partita si effettuano mediamente più di 200 mosse tra Nero e Bianco).

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